I racconti ~ Il profanatore


Faceva fresco nel tumulo. 

    Tra i lembi del sudario di tenebra, polvere e aria stantia, il silenzio e la quiete erano assoluti, senza tempo

    Lo spettro dormiva, ormai desto dal sogno della vita. Nel sogno, le armi incrostate di ruggine e ragnatale scintillavano di luce tagliente; gli scheletri tumulati marciavano compatti, rosei, orgogliosi. 

    Si combatteva e si urlava, nel sogno, su verdi distese erbose, insanguinate, sotto i raggi di un sole crudele. 

    Quanto era meglio la pace della morte, quell'ombra fresca ormai fuori dal tempo! 

    Meglio le voci, i bisbigli, l’assenza, i sogni di rovine e i ricordi, residui di una stagione da cui era stato dolce svegliarsi.

    Nell’oscurità accogliente del sepolcro, lo spettro rabbrividì, attese e sognò che quella pace di cui godeva da secoli non sarebbe durata. 
    Quattro mezzi uomini fatti di carne, sangue e rumore sarebbero venuti a disturbarlo. E alle loro spalle, lui li avrebbe seguiti, con quel suo profumo di limoni, lavanda e terra smossa; avrebbe cantato, e sarebbe stato lo squillo di mille trombe d’oro, e tutto sarebbe andato in frantumi: le spade arrugginite, il tumulo, il velo di tenebre e silenzio, perfino la dolce morte. 
    Scava ancor, bel Tomb. La tomba la scava il badillo! 
    Che tu sia maledetto, Tomb Tombadillo, profanatore della quiete eterna! 

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Racconto edito nell'antologia Le orrorifiche avventure di Tomb TombadilloLethal Books, 2022.




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